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Note da Lo Scafandro


Premio Scafandro
sesta serata

Siamo già alla fine? Ma no! Eppure sembra di si visto che la serata inizia con una bella malinconia, molto bella nella sua naturale tana di un club poco illuminato. Canzoni, testo e chitarra: in fondo non manca nulla. Non è certo quello che cerco ma è assolutamente piacevole, si intona su tutto. Si intona con tutto. Ancora canzoni melodiche con una bella seconda voce femminile. Dai.. usatela di più. Le armonizzazioni sono sempre piacevoli. E poi tanti semitoni. Magari un po’ di brio… non dico saltare ma ecco… ecco che arriva l’energia! Un sacco di pocket coffee mangiati sul furgone. Un bel team, si vede che cerca un affiatamento e che presto lo troverà. Il riferimento della cantante lo trovo subito in toscana, però ha anche qualcosa di americano di colore. Un tentativo lodevole, quando diventerà tutto quadrato in un circolo definito riuscirò a capirne di più. Per adesso un mix ma ancora non un cocktail. Le percentuali a decrescere: 48,49% - 42,37% - 42,29%

Premio Scafandro,
quarta e quinta serata

Massì dai… facciamo un po’ di confusione. Mescoliamo la settimana e uniamo le due serate. Innanzitutto il modena ha fatto un bel po’ di gol alla reggiana. Mai e poi mai e poi mai avrei pensato di trovare traccie del grande Gatto Panceri spuntare tra cover americane un po’ attempate. Giovani e entusiasti, sicuramente ancora da “farsi”, ma con un bel potenziale da musica leggera. Sicuramente dei sei quelli musicalmente più acerbi ma non mi sorprenderebbe se fossero proprio loro un giorno a imporre a tutta Italia una canzone per l’estate. Tipo Pooh per intenderci. Salto a un'altra serata per i complimenti a una voce potentissima, dagli anni novanta seguo il concorso ma mai sentita una voce così. Magari a cercare di staccarsi da quelle influenze pop rock Italiane classiche e sperimentare qualcosa di diverso chissà cosa potrebbe saltare fuori. E poi il derby, tra reggio che in due sere propone, sostanzialmente, ottimo crossover “iopicchioduroetelosbattoinfaccia” suonato perfettamente, da un lato ben cantato e dall’altro ben recitato. Se un giorno casomai andassi in palestra lo terrei nelle cuffiette mentre sollevo cento kili in panca e lo utilizzerei come SUM, (Sport Utility Music). Ma siccome non ci vado, quando devo ascoltare questo genere faccio come al solito, salgo in macchina, metto Krock o Virgin in sottofondo e penso a tutt’altro. E poi modena invece, un trio potententissimo, comunicativo, ritmicamente ricercato, un aspetto e un modo di stare sul palco splendidi. Uno di quei gruppi che ti fanno passare la voglia di andare a prendere una birra per non perderti nemmeno una nota. Le canzoni meno rappate poi sono caldissime. Nei testi c’è ironia e cattiveria. E poi ancora un altro bellissimo gruppo, il gusto di un modo di cantare semplice con bei testi che sta appoggiato su alcuni intrecci degli arpeggi di chitarra bellissimi. A volte partono strofette di solo semplici e ripetitive ma che proprio per questo invece di stancarmi mi rimbalzano nel cervello anche finito il pezzo come fosse una pallina magica e restano a farmi sorridere. Non è da tutti riuscire ad essere contemporaneamente intimi e solari, semplici e ricercati. Le percentuali delle due serate, a decrescere: 60,14%, 57,74%, 49,87%, 48,56%, 47,84%, 24,35%

Premio Scafandro,
terza serata 12/04/2011

Prima regola per essere una band: il gambero no!  I passi indietro meglio di no. Ci sono serate dove è difficile trovare molti spunti, questa è una di quelle. Però l’amore per la musica si vede anche dall’amore per il canto. Si certo, magari a chi si aspetta sempre di vedere e giudicare l’amalgama di un gruppo, e soprattutto l’emozione che trasmette di primo impatto, il dovere analizzare un nudo cantato su basi e le troppe cover subito spiazza un po’, però l’oggettiva bravura è fuori discussione. Bisognerebbe anche non rimarcare troppo una assenza, se si gioca con uno in meno di solito ci si impegna di più. Il sostituire il sax con il tastier-sax potrebbe creare scompensi psichici a chi ha un equilibrio instabile: mi sono scoperto a cercare il sassofonista nascosto in una quinta. Stavo chiamandomi da solo la neuro. E poi il gambero: a distanza di un anno li avrei voluti rivedere un po’ più duri e quadrati, anche se poi un pezzo ha un ritornello davvero canticchievole. Ai protagonisti di tutte e tre le esibizioni, vuoi per il talento canoro, vuoi per le idee, vuoi per l’entusiasmo (e anche le belle cravatte chiare della sezione ritmica) dico solo che spero di rivederli tra un po’ pieni di successo e che mi vangano a dire: “visto che non ci capisci una cippa!” Le percentuali a decrescere: 41,36% - 33,80% - 31,70%

Premio Scafandro,
seconda serata 05/04/2011

La serata è stata caratterizzata da molta sincerità. What you see is what you get. Ogni gruppo aveva si dei riferimenti precisi ma ben amalgamati e portati con molta naturalezza all’interno di canzoni proprie. Presentate forse un filo di non troppa sobrietà in qualche caso. Ad un certo momento mi è venuta in mente una canzone di un gruppo torinese, conosciuto ma non troppo affermato e quella canzone mi è piaciuta molto. E tra l’altro bella la voce. E poi Reggio metropolitana, un concetto che potrebbe sembrare astratto, ma poi perché? E se l’impianto suona è già un mezzo merito in più del gruppo, anche se la formazione è minimale. Le batterie, vere o finte che fossero, uscivano bene. A un certo punto ci siamo sorpresi a sudare. Un po’ di maturazione e un po’ di quadratura in più, ma sopratutto tempo e prove. E le pause, tra un pezzo e l’altro, vanno curate. Le armonizzazioni di un gruppo erano veramente interessanti, diremmo di puntarci anche di più. Le percentuali, sempre a decrescere, della serata: 51,88% – 40,19% - 33,91%

Premio Scafandro
, prima serata 29/03/2011

La serata è stata caratterizzata da elementi di teatralità e momenti in cui c’era grande sforzo espressivo. Occorre sempre avere un senso della posizione, ovvero bisognerebbe sapere quanta enfasi mettere nella performance relativamente al posto in qui si ci trova e il contesto in cui si suona. Avere dei numeri e non osare abbastanza oppure “forzare” l’espressività fuori luogo sicuramente in entrambi i casi riduce il giudizio. La timidezza non dovrebbe apparire quando si suona, specialmente quando si suona per divertirsi e al tempo stesso per presentarsi nel contesto si di un concorso, ma informale e “amichevole”. In questa serata il gran premio dello strumento è stato vinto dalle chitarre, i riff, le chitarre ritmiche oppure gli arpeggi erano gli elementi dominanti di ogni gruppo. Uno dei tre gruppi si è distinto per uno speciale amalgama sonoro, una gran bella quadra. Per concludere i punteggi in ordine decrescente assegnati sono stati: 52,34% – 51,77% – 24,56%












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